DATI STATISTICI
Altitudine : Centro mt. 80 sul livello del mare
Zona collinare mt. 147
Superficie : 16,4 Kmq
Abitanti : (al 31.12.2021) n° 7302
Codice di avviamento postale : 20078
Prefisso teleselettivo: 0371
VIE DI ACCESSO
Ridente centro situato ai piedi del lato nord delle omonime colline e posto sulla sponda destra del fiume Lambro. Unico rilievo sito in piena pianura Padana, risalente a formazioni geologiche di età terziaria e quaternaria (Miocene medio- Tortoniano e Pleistocene) con affioramenti marini di argille , calcari e sabbie.
L’andamento collinare , con prevalente coltivazione della vite , è orientato sull’asse est-ovest e ha una lunghezza di crica 7 Km e una larghezza di 2 per un’altezza di 70 metri. Il centro storico abitato si trova a circa 80 metri sul livello del mare.
San Colombano al Lambro rappresenta la parte più meridionale della Provincia di Milano ma si colloca in zona collinare al centro di un triangolo che ha come vertici le città di Pavia, Lodi e Piacenza.
E’ raggiungibile :
– da Milano percorrendo l’Autostrada A1 e uscendo a Casalpusterlengo e successivamente utilizzando la S.S. 234 in direzione Pavia: il percorso ha una durata di 45 minuti.
– Da Pavia in 25 minuti si arriva sulla S.S. 234 in direzione Cremona
– Da Lodi in 15 minuti utilizzando la S.P. 23
– Da Piacenza si utilizza la via Emilia fino a Casalpusterlengo e poi la S.S. 234 in direzione Pavia in circa 30 minuti.
Esistono altre possibilità di raggiungere San Colombano al Lambro tuttavia quelle indicate sono più facilmente individuabili per chi non conosce il territorio.
Collegamenti : autolinee private per e da Milano, Lodi e Pavia.
FIERE e MANIFESTAZIONI PRINCIPALI
Ultima Domenica di Maggio: Festa delle Ciliegie e delle Erbe Spontanee
Seconda Domenica di Settembre : Guiderdone Banino ( Manifestazione in costume medievale )
Quarto Sabato di Luglio: Notte Bianca della Maddalena
Quarta Domenica di Settembre: Festa dell’Uva con sfilata di carri allegorici
UVE , VINI , GASTRONOMIA, FIERE E MANIFESTAZIONI
La cucina locale raccoglie il meglio delle cucine pavese, lodigiana e piacentina. Tipici sono i piatti di riso e pasta cucinati con le erbe spontanee della collina. Durante alcune feste primaverili e autunnali i piatti tipici sono offerti in abbinamento ai vini rossi di produzione locale . Le carni bianche e rosse sono cucinate magistralmente da alcuni ristoranti che nella bella stagione offrono menù ricercati e opportunità interessanti per gruppi familiari. La disponibilità di locali consente buone scelte per chi cerca il meglio di cucina e servizio e anche per chi desidera l’essenziale senza rinunciare alla qualità.
San Colombano al Lambro si estende ai piedi di una ridente collina così descritta più di seicento anni fa da Francesco Petrarca :”E’ questo un vago fertilissimo colle, posto nel mezzo della Gallia Cisalpina , cui dalla parte esposta a Borea e ad Euro è prossimo San Colombano, castello assai noto e cinto di forti mura. A piè del colle scorre il Lambro limpidissimo fiume e benchè piccolo , è capace di sostenere barche di ordinaria grandezza, il quale scendendo per Monza , di qui non lungi, si scarica nel Po: a ponente si stende lo sguardo a larga e spaziosa veduta , e regnavi gradita solitudine e amico silenzio. Io non conosco altro luogo che in positura si poco elevata si vegga attorno si vasto prospetto di nobilissime terre; sol che tu giri d’attorno l’occhio ti si offrono innanzi , Pavia, Piacenza e Cremona” (Lettera a Guido Arcivescovo di Genova del 21 ottobre 1353).
Già praticata in epoca romana , la coltura della vite ha ricoperto i dolci pendii della collina , diventando una importante ricchezza per gli abitanti di San Colombano , segnando la storia e la cultura dei paesi collinari. La vite è immagine, paesaggio e riferimento enoturistico. Appassionati viticoltori e qualificati vignaioli continuano la professione “dei patri” puntando su produzioni che portano il nome del territorio.
Dal 1984 la collina è zona a denominazione d’origine (D.O.C.) per la produzione del “San Colombano” un vino rosso prodotto con :la Croatina , dal 30 al 45%, la Barbera , dal 25 al 40% e l’Uva rara dal 5 al 15 %. Possono concorrere fino ad un massimo del 15 % altre uve rosse raccomandate, fra queste il Merlot e il Cabernet Sauvignon.
Dal 1995 la Collina di San Colombano è anche zona a Indicazione Geografica Tipica (I.G.T.) : “Collina del Milanese. Con questa dicitura vengono prodotti : il tipico Verdea, il Riesling, il Malvasia, lo Chardonnay, il Pinot Nero, il Barbera, il Croatina, l’Uva Rara, il Cabernet Sauvignon, vini fermi, frizzanti e anche spumanti.
La valorizzazione della tradizione vitivinicola è supportata dagli interventi mirati del servizio tecnico agrario comunale, dai risultati della sperimentazione del vigneto “Moretto” e dalla presenza del Consorzio di Tutela del vino DOC San Colombano.
ALCUNI ITINERARI TURISTICI
Essenzialmente di tipo collinare fra ubertosi vigneti cosparsi di alberi da frutto, particolarmente ciliegi, fichi, peschi e peri; paesaggio immerso in un verde tipico, espresso da dossi armoniosi che si rincorrono: colore che cambia tonalità da stagione a stagione. Stradine e sentieri ancora con i solchi paralleli lasciati dai carretti (le barét per i Banini): viottoli che si intersecano per raggiungere i vari poderi, i quali sono un tutt’uno confusi nel contesto panoramico: sarebbe il caso di dire che qui è ancora possibile farsi un pieno di verde; quattordici chilometri di perimetro collinare ne assicurano la produzione. Anche nell’abitato del borgo, particolarmente nel centro storico, si possono compiere rilassanti passeggiate fra le antiche stradine (le stét) affiancate da linde e basse abitazioni della pretta linea lombarda.
1. Da via Corridoni (la Piantàda) a quota 73 m, fino alla salita della capra, indi al primo bivio in altura si può’ procedere a destra e arrivare alla località Palazzina (quota 113 m), per proseguire alla cascina Belgioiso e Tonoli, per poi scendere verso i boschi di Graffignana a cascina Zerbi.
2. Proseguendo da quel primo bivio si arriva a un secondo: prendendo a destra, su una strada pianeggiante a quota 118 m, vi è la possibilità di scendere a Miradolo da due lati.
3. Andando verso sinistra (da quel secondo bivio) inizia la classica panoramica collinare che si snoda in modo pianeggiante, a circa quota 145 m, dalla località la Muccia, alla Madonna dei Monti, alla Merla fino all’arrivo della Collada.
Da questa strada si gode uno dei più’ bei panorami locali che spaziano a sud verso l’Oltrepò e i contrafforti appenninici liguri; a nord si domina la pianura lombarda dal lodigiano al Milanese. E’ possibile scendere a San Colombano, appunto dalla Collada, e giungere sulla piazza del castello, a quota 78 m. 4.Il percorso precedente può essere arricchito con una sosta alla chiesetta della Madonna dei Monti risalente al 1622;indi al palazzo ex Sommariva in zona Valbissera, la cui torretta è il punto trigonometrico del bacino padano a nord del Po, quale riferimento dominante; edificio passato nel 1782 alla diocesi di Pavia.
5.Dalla sommità della Collada (quota 144 m) si può proseguire su un tratto pianeggiante, verso sud, per poi scendere verso la località Belfuggito ( quota 75 m) sulla statale Pavia-Cremona;oppure puntare verso est, a sinistra, in località Quarti, per un po’ pianeggiante fino alla Cappellania, e scendere dalla Serafina (quota 71 m) sino all’incrocio con la San Colombano-Chignolo-Lambrinia. Da questo percorso è possibile staccarsi deviando in due sentieri che portano in località Venturina e Costa regina, quest’ultima a quota 129 m, con ampio prospetto verso sud.
6. Da via Visconti (la Val) in tratto pianeggiante fino al bivio della cappella votiva dedicata alla Madonna del latte (recentemente restaurata), sita a quota 80 m; indi proseguire a sinistra per la salita di Val Cornaleda, che si snoda fra boschi e vigne sino alla sommità collinare, per poi incrociare la panoram ica già descritta al punto 3.